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Channel: Geopolitica venezuelana – Pagina 339 – eurasia-rivista.org
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Crocevia Pericoloso: gli USA espandono la NATO asiatica contro la Cina e la Russia

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Fonte: Global Research, 17 ottobre 2009 Stop NATO

Il 12 ottobre gli Stati Uniti e l’India hanno lanciato una esercitazione militare di diciotto giorni, nome in codice Yudh Abhyas (studio di guerra), nello stato indiano dell’Uttar Pradesh. Descritta come “uno delle più grandi esercitazioni congiunte da combattimento terrestre” [1], l’esercitazione “coinvolge il Battaglione di fanteria motorizzata dell’esercito indiano e la 2a Squadriglia del 14° CAV del 25.mo Stryker Brigade Combat Team, composto da circa 320 militari statunitensi.” [2]

L’impiego dei veicoli da combattimento blindati Stryker per le esercitazioni, segna la prima volta in cui siano state utilizzate all’estero, da quando sono stati introdotti in Iraq, nel 2003, e inviati in Afghanistan, all’inizio di quest’anno. Una settimana prima dell’esercitazione, il Pentagono ha riferito che “l’esercito sta pianificando di implementare 17 dei suoi veicoli da combattimento Stryker, questo mese, in India, per la prima esercitazione del genere nel paese. Questo è anche il più grande spiegamento di Strykers, al di fuori di quelli inviati in Iraq e in Afghanistan“.[3]

Lungi dall’essere un caso isolato, l’operazione congiunta USA-indiana è emblematica della cooperazione militare senza precedenti tra le due nazioni nucleari, nel corso degli ultimi anni, in realtà un partenariato strategico militare, i cui scopi principali sono soppiantare la Russia, da decenni principale alleato militare e fornitore di armi della India, e consolidare un blocco militare nella regione Asia-Pacifico volto al contenimento della Cina e a favorire l’accerchiamento di entrambe questa nazioni.

Un comunicato del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti sull’esercitazione attualmente in corso, ha osservato che a “più di due anni dalla programmazione, [ciò] si compie dopo che il Dipartimento della Difesa ha continuato a sollecitare l’India ad aumentare la loro collaborazione militare. Il comandante del Marina nel Pacifico, Amm. Timothy J. Keating, il mese scorso ha viaggiato in India e ha detto che i responsabili si sono impegnati ad aumentare i rapporti militari con gli Stati Uniti.” [4]

Mentre le esercitazioni hanno un indirizzo immediato modesto – apparentemente tecniche contro-insurrezione e anti-terrorismo – “Centinaia di soldati, utilizzando aerei da trasporto pesante e carri armati, stanno partecipando alle più grandi in assoluto esercitazioni militari tra i due paesi, che si trovavano su lati opposti nella Guerra fredda, ma ora cercano di costruire legami strategici e militari. Con un alleato nell’India, Washington cerca anche di tenere d’occhio l’esercito cinese in crescente mobilità e forza militare, nella zona.” [5] Inoltre, una fonte della stampa indiana ha riferito che “durante Yudh Abhyas, vi sarà anche un’altra esercitazione, nominata Cope India-09, tra le forze aeree dei due paesi, che avrà inizio ad Agra, il 19 ottobre.” [6]

Il Times of India del 24 settembre, riferisce che l’annuale esercitazione militare cino-indiana che si tiene ogni dicembre, dal 2007, “per costruire maggiore mutua fiducia“, per il 2009 è stata annullata.

La progressione della sostituzione della Russia, come primo alleato militare dell’India, nel contesto dei piani del Pentagono per una NATO dell’Asia-Pacifico, è stato di recente approfondito da Voice of America: “Per decenni, l’India dipendeva in gran parte, prima dall’Unione Sovietica e poi dalla Russia, per le sue forniture militari. Ma, una volta terminata la guerra fredda ed iniziarono a migliorare le relazioni dell’India con gli Stati Uniti, durante la presidenza di Bill Clinton, New Delhi ha progressivamente aumentato la sua cooperazione militare con Washington… Oggi, oltre a tenere esercitazioni militari congiunte con le forze armate degli Stati Uniti, l’India sta anche acquistando armamenti degli Stati Uniti, per miliardi di dollari.”

Lo stesso articolo ha citato l’ambasciatore indiano negli Stati Uniti, Meera Shankar: “Le nostre forze armate, una volta avuta mutua familiarità, potranno tenere dialoghi regolari ed esercitazioni congiunte in aria, terra e mare… i nostri scambi nella difesa erano trascurabili, un decennio fa. Abbiamo fatto ordini per un valore di 3,5 miliardi dollari, lo scorso anno, e potrebbero crescere ancora di più in futuro.” [7]

La crescita della gamma completa (full spectrum) – terra, aria e mare – nella collaborazione militare tra gli Stati Uniti e l’India, è in parte legata alla escalation della guerra dell’America e della NATO in Asia del Sud: Afghanistan e Pakistan, vicini dell’India. Il 13 ottobre, il Washington Post ha rivelato che la Casa Bianca invierà 13.000 soldati di supporto, che si uniranno ad ulteriori 21.000 unità di combattimento, che già o presto, saranno dispiegati quest’anno, e la BBC ha annunciato, il giorno dopo, che “l’amministrazione Obama aveva già detto che il governo britannico avrebbe presto annunciato un aumento sostanziale delle sue forze militari in Afghanistan“, da confermare ufficialmente la prossima settimana, in una riunione dei capi della difesa della NATO, nella capitale della Slovacchia. [8] Il 15 ottobre, il comandante regionale della NATO nella provincia di Helmand e nelle zone adiacenti, nel sud dell’Afghanistan, il generale Mart de Kruif, ha detto che “abbiamo bisogno di almeno due brigate aggiuntive alle forze della coalizione, qualcosa come 10.000 o 15.000 soldati.” [9] Il Comitato militare della NATO, l’autorità militare ad alto livello in seno all’Alleanza, ha appena completato un giro di ispezione in Afghanistan. “Ad attenderli c’erano i rappresentanti militari di tutti i 28 Stati membri della NATO, nonché rappresentanti militari di 14 nazioni non aderenti alla NATO, che contribuiscono alle forze dell’ISAF.” [10]

All’India è stato assegnato un ruolo da svolgere nella “stabilizzazione” del subcontinente, con l’Afghanistan e il Pakistan che sono stati gettati in guerra e nel caos, da quando gli Stati Uniti e la NATO hanno invaso la prima nazione, il 7 ottobre 2001. Ma l’asse New Delhi-Washington è carico di nuovi disegni e programmi, anche più grandi e pericolosi, potenzialmente catastrofici.

Con il North Atlantic Treaty Organization in espansione in Europa orientale – praticamente tutta l’Europa orientale – nel corso degli ultimi dieci anni, e il potenziamento dei suo contatti militari e le implementazioni tramite i vari accordi di partenariato, (Partenariato per la Pace, del Dialogo Mediterraneo, Istanbul Cooperation Initiative, Contatto Paesi, trilaterale Afghanistan-Pakistan-NATO Commissione militare), la sola l’alleanza militare del mondo si estende sui cinque i continenti, Medio Oriente e Pacifico meridionale, effettivamente prendendo in consegna gli altri blocchi militari della Guerra Fredda, come il Central Treaty Organization (CENTO), il South-East Asia Treaty Organization (SEATO) e il Trattato per la sicurezza di Australia, Nuova Zelanda e Stati Uniti (ANZUS), costituendo pertanto la prima internazionale alleanza militare della storia.

Le quattro nazioni identificate dalla NATO come paesi di contatto – Australia, Giappone, Nuova Zelanda e Corea del Sud – sono tutti nella zona Asia-Pacifico e, in varia misura, hanno contribuito con truppe e supporto navale alla guerra degli USA della NATO in Afghanistan. Iniziative come la Proliferation Security Initiative [11] degli USA, per la sorveglianza navale e le operazioni di interdizione, iniziò nel ed è ancora focalizzata principalmente in Asia, e il programma di scudo anti-missile globale [12], integrerà sia i principali Stati membri della NATO che gli emergenti candidati asiatici alla NATO.

L’India come una potenza nucleare e seconda nazione più popolosa al mondo, che confina con la Cina e ha storici legami strategici con la Russia, è cruciale nel disegno di tutto il mondo occidentale per stabilire la sua superiorità militare, in modo che, nelle parole di un analista indiano di diversi anni fa, gli Stati Uniti siano in grado di completare la loro visione per il predominio su ogni settore del mondo, con questo stratagemma: Avere i più stretti rapporti statali con ogni nazione del mondo, più stretti di quelle di tutte le altre nazioni con qualsiasi altra nazione, anche se Stati confinanti.

Proprio come nel 1978, quando gli ex rivali, Egitto e Israele, si riconciliarono unilateralmente grazie agli Stati Uniti, che non è affatto vicino al Medio Oriente, così ora ogni paese, nel mondo, che è in una situazione di conflitto – dal Sud Asia al Caucaso, dall’Africa ai Balcani – deve passare attraverso Washington e Bruxelles per risolvere le proprie divergenze. Tale ruolo, come tanti altri, è stato devoluto dalle Nazioni Unite agli Stati Uniti e alla NATO.

La strategia militare degli Stati Uniti e, in generale, occidentale in Asia, non è limitata all’India, tuttavia essa ha un ruolo preminente nei piani dell’Occidente. L’Australia, che all’inizio di quest’anno ha pubblicato un Libro Bianco della Difesa [13], dove annuncia la sua più grande acquisizione di armi e di piani per arrogarsi il ruolo di potenza militare regionale, sta “spingendo per ricostruire i legami della difesa con l’India, rischiando le ire potenziali della Cina, chiedendo formalmente che all’Australia sia consentito partecipare alla annuale esercitazione navale congiunta India-Usa, Malabar.” [14] L’esercitazione navale Malabar è parte integrante del piano degli Stati Uniti che prevede di integrare l’India nella sua rete militare asiatica e globale. Una fonte indiana riporta le seguenti informazioni in relazione all’esercitazionee di quest’anno: “L’esercitazione della serie Malabar si svolgerà, [nell’aprile 2009] al largo della costa giapponese, in cui le navi da guerra indiane effettueranno manovre in formazione di guerra a fianco delle navi da guerra della Marina statunitense e della giapponese Maritime Self-Defence Force. “L’esercitazione Malabar, che era iniziata come un’esercitazione bilaterale nel 1992 con gli americani, negli ultimi anni ha assunto un carattere multi-nazionale, con una maggiore partecipazione da parte degli alleati degli Stati Uniti, e che ha portato la Cina a notarle e ad osservarle. “L’ultima esercitazione trilaterale Malabar, con India, Stati Uniti e Giappone, si è tenuta all’inizio del 2007, al largo delle coste giapponesi. Nella parte successiva di quello stesso anno, l’India si è iscritta alla 25.ma esercitazione navale multilaterale Malabar, che coinvolge anche le marine di Singapore e Australia, oltre a quelle degli Stati Uniti e del Giappone, nel golfo del Bengala.” [15]

L’intenzione dell’Australia di partecipare alle prossimi esercitazioni Malabar – “un’esercitazione ovviamente destinata, da parte degli Stati Uniti, ad avvolgere la forza militare strategica della Cina” – segue anche “la scia del controverso libro bianco della difesa del governo del Primo Ministro [Kevin] Rudd, che ha chiesto un aumento delle capacità navali e sembrava suggerire che la strategia della difesa australiana, per i prossimi decenni, potrebbe essere plasmata dall’espansione militare della Cina.” [16] Durante la recente visita nella nazione, il ministro degli Esteri australiano Stephen Smith ha invitato l’India a partecipare alle esercitazioni multilaterali ospitate dall’Australian Defence Force, a Kakadu e Pitch Black”. [17]

L’India confina con la Cina, come con molti altri paesi, in cui gli Stati Uniti e i suoi alleati della NATO stazionano truppe. e dove conducono o condurranno regolarmente esercitazioni militari, tra cui Afghanistan e Pakistan. Il Comando del Pacifico del Pentagono ha tenuto l’operazione militare congiunta annuale Khaan Quest, in Mongolia, che confina con Cina e Russia. Nel mese di luglio, la Mongolia ha annunciato che riforniva le truppe della NATO nela guerra in Afghanistan, con un rapporto americano notizia che affermava: “il paese prevede di inviare truppe in Afghanistan, in una collaborazione che nasce dalla sua politica del ‘prossimo terzo’, di cercare alleati diversi dalla Cina e la Russia“, e “la partecipazione della Mongolia in Iraq e in Afghanistan, ha contribuito a cementare la sua alleanza con gli Stati Uniti e garantirsi sicurezza ed aiuti.” [18]

Il mese scorso la NATO ha condotto una esercitazione per la protezione civile con una ventina di nazioni, Zhetysu 2009, in Kazakhstan, anch’esso confinante con Cina e Russia. Il presidente francese Nicolas Sarkozy si è appena assicurato i diritti di transito nel paese, per le forze militari del suo paese.

Il 27 settembre la stampa cinese ha riferito in merito a un esercitazione militare multinazionale che verrà condotta in Cambogia, una nazione allontanata dalla Cina, il prossimo anno: “Oltre 2.000 militari sono destinati al primo evento nel paese e proverranno da oltre 20 paesi, di cui 1.500 dagli Stati Uniti. [D]urante una visita di quattro giorni a Washington DC, Tea Banh, Vice Primo Ministro e Ministro della Difesa Nazionale della Cambogia, ha incontrato il vicesegretario di Stato, James Steinberg, con cui ha discusso della cooperazione per la sicurezza tra gli Stati Uniti e la Cambogia.” [19]

Il 14 ottobre delle relazioni hanno fatto emergere l’attuazione, da parte di Taiwan, del suo “più grande… test missilistico, lanciato da una base segreta e ben custodita nel sud di Taiwan“. Il rapporto ha anche detto che i missili erano “in grado di raggiungere le maggiori città cinesi.” [20] Con il presidente Ma Ying-jeou che osservava, “l’esercitazione includeva prove di tiro di un missile superficie-superficie a medio raggio, top secret e sviluppato di recente, con una gittata di 3.000 chilometri, in grado di colpire le città più importanti della Cina centrale, settentrionale e meridionale“. [21]

Notizie del giorno successivo hanno riferito che il ministero della Difesa della Corea del Sud “prevede di dotare la Marina di navi da 7.600 tonnellate della classe Aegis, tra cui una della Classe King Sejong, con il nuovissimo tipo di missili di fabbricazione americana, SM-6” e che “al fine di garantire un uso corretto dei missili SM-6 [Extended Range Active], la Marina della Corea del Sud sarà naturalmente legata al sistema di difesa missilistica degli Stati Uniti, ritenendo che essa avrà bisogno dell’appoggio di alcuni dispositivi di ricognizione e di intelligence, compresi i satelliti spia e i radar del sistema MD [difesa anti-missile] degli USA“. [22]

Ogni anno il Pentagono conduce l’esercitazione multinazionale ‘Cobra Gold’ in Thailandia. Quest’anno le forze armate del paese ospitante, degli Stati Uniti, Giappone, Singapore e Indonesia sono state coinvolte, e molte altre nazioni “parteciperanno a diversi ruoli, durante l’esercitazione“: Australia, Brunei, Francia, Italia, Gran Bretagna, Bangladesh, India, le Filippine, la Repubblica Popolare di Cambogia, Cina, Canada, Germania, Corea del Sud, Laos, Nepal, Pakistan, Vietnam e Mongolia. [23]

Ad eccezione della Cina, l’elenco di opra è una rappresentazione fedele di un asse NATO – NATO asiatica in formazione. Il 14 ottobre la USS Bonhomme Richard, nave d’assalto anfibio, è arrivata a Timor Est per “la prima esercitazione militare congiunta di quest’ultimo con gli Stati Uniti” ed è stato riferito che “le manovre con 2.500 soldati delle forze degli Usa e dell’Australia, dureranno fino al 24 ottobre.” [24] L’ambasciatore americano presso la nuova nazione, Hans Klem, ha detto che le esercitazioni si concentreranno sul tema “Addestramento nella giungla, urbana, della fanteria [e] e sbarchi su spiaggie…” [25] La penetrazione militare del Pentagono in Asia e lo sconfinamento in Cina, coordinato a ogni passo con gli alleati di Washington della NATO, è parte di una campagna internazionale per ottenere la presenza militare e il dominio su ogni longitudine e latitudine. Il continente europeo è stato assorbito quasi completamente nella NATO.

Il nuovo Africa Command degli USA, ha recentemente completato una esercitazione militare con 25 nazioni in Gabon, e inizierà presto manovre multinazionali in Uganda. La guerra in Afghanistan ha recentemente fornito agli Stati Uniti e alla NATO, nuove basi e diritti di transito militare nei paesi dell’Asia centrale, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan. “Gli Stati Uniti hanno garantito il ‘transito letale’ con l’Uzbekistan e il Kazakistan… Sia il Ministero della Difesa del Kirghizistan che l’ambasciata americana a Bishkek hanno confermato, in precedenza, che il Manas Transit Center agevolerà la spedizione di merci militari in Afghanistan… e il transito delle forniture in Afghanistan attraverso il Turkmenistan, ‘è possibile’…” [26]

Dei tre paesi del Caucaso meridionale, la Georgia e l’Azerbaigian sono veri e propri avamposti militari del Pentagono e della NATO alle frontiere della Russia e l’Armenia ha appena annunciato che potrebbe inviare truppe in Afghanistan, a servire sotto comando NATO. Washington ha recentemente ottenuto l’uso di sette nuove basi militari in Colombia, e ha annunciato piani simili per le due basi navali a Panama, due anni dopo la riattivazione dell’US Naval Forces Southern Command. Anche le aree disabitate del mondo (e la loro energia e altre risorse) non sono al di là del Pentagono e delle competenze della NATO. Il 9 ottobre, il più alto comandante militare del Comando europeo degli Stati Uniti e la NATO, l’ammiraglio James Stavridis, “mette in guardia su un conflitto con la Russia nel Circolo Polare Artico” come ha riferito il Times di Londra.

La scorsa settimana uno scrittore indiano ha offerto questa prospettiva sintetica: “L’arco di accerchiamento della Russia viene rafforzato. I legami NATO facilitano l’installazione del sistema di difesa antimissile degli Stati Uniti in Georgia. Gli Stati Uniti hanno per scopo avere una catena di paesi legati alla ‘collaborazione’ con la NATO, che ha portato nel suo sistema di difesa missilistica – che si estende dai suo alleati nel Baltico a quelli dell’Europa centrale. L’obiettivo ultimo di tutto questo è neutralizzare la capacità strategica di Russia e Cina, e stabilire la propria superiorità nucleare. Il documento della strategia di difesa nazionale, rilasciato dal Pentagono del 31 luglio 2008, ritrae la percezione di Washington di una risorgente Russia e una Cina in ascesa come potenziali avversari.” [27] L’analista non esagera.

Nel febbraio 2008, un rapporto della Reuters diceva che: “Gli Stati Uniti sono preoccupati che Russia, Cina e i paesi produttori petrolio dell’OPEC possano utilizzare il loro crescente peso finanziario per promuovere obiettivi politici, ha detto il capo delle spie degli Stati Uniti davanti al Congresso…” Il Direttore Nazionale dell’Intelligence, Michael McConnell, ha detto al Senate Intelligence Committee che aveva “preoccupazioni circa le capacità finanziarie della Russia, della Cina e dei paesi OPEC.” Le sue preoccupazioni, tuttavia, ha suggerito questioni militari piuttosto che economiche e commerciali. Una sintesi della sua testimonianza aveva poco da dire dell’Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio e molto della Russia e della Cina. “La Russia, sostenuta in parte dalle entrate petrolifere, sta posizionandosi a controllare gli approvvigionamenti energetici e la rete di distribuzione dell’Europa orientale, e l’esercito russo ha cominciato a invertire il suo lungo declino…. La Cina ha perseguito una politica di impegno globale col desiderio di espandere la sua economia in crescita e di ottenere l’accesso ai mercati, alle risorse, alla tecnologia e al know-how.” [28] Poco dopo la Russia “ha chiesto una spiegazione all’America sulla relazione del direttore nazionale dei servizi segreti statunitensi, in cui Russia, Cina, Iraq, Iran, Corea del Nord e al-Qaida sono descritti come fonti della minaccia strategica per gli Stati Uniti, ha detto all’ITAR-TASS una fonte vicina al Cremlino.” [29] Cosi è, la Russia e la Cina effettivamente sono state aggiunte al famigerato “asse del male“, tirato fuori dall’ex presidente George W. Bush, nel gennaio del 2002.

La partenza di Bush dalla Casa Bianca e l’arrivo del suo successore non hanno cambiato nulla, tranne che le cose sono andate progressivamente a peggiorare. Un articolo dell’Associated Press del 1 maggio 2009 diceva che “L’amministrazione Obama sta lavorando per migliorare le deteriorate relazioni degli Stati Uniti con una serie di nazioni latino-americane, per contrastare la crescente influenza iraniana, cinese e russa nell’emisfero occidentale, ha detto il Segretario di Stato Hillary Rodham Clinton…[30] Nell’ultima relazione quadriennale del National Intelligence Strategy, del mese scorso, il Direttore della National Intelligence degli USA, Dennis Blair ha affermato ” Russia, Cina, Iran e Corea del Nord rappresentano le maggiori sfide agli ‘interessi nazionali’ degli Stati Uniti.”[31] Cina e Russia hanno sostituito il soggiogato Iraq nei ranghi dell’”asse del male“, assieme ai rimanenti membri Iran e Corea del Nord. La relazione di Blair ha affermato che la Russia “può continuare a cercare strade per riaffermare il potere e l’influenza, in modo da intralciare gli interessi degli Stati Uniti.” Un paragrafo del documento afferma “la Cina, che commercia regolarmente con gli Stati Uniti e possiede miliardi del suo debito nazionale“, e “Pechino compete per le stesse risorse di cui gli Stati Uniti hanno bisogno, ed è nel pieno processo della rapida modernizzazione militare.” [32]

Nel 2006, un articolo apparso su Foreign Affairs, la rivista di New York del Council on Foreign Relations, intitolato “The Rise of US Nuclear Primacy“, i coautori Keir A. Lieber e Daryl G. Press, hanno esplorato in maniera aperta come gli Stati Uniti potrebbero trattare con i suoi “challenger” cinese e russo.

Come il titolo del pezzo indica, l’accento è posto sulle armi nucleari e la superiorità americana rispetto a loro. La sua tesi di fondo si riassume in questo paragrafo: “Per quattro decenni, le relazioni tra le maggiori potenze nucleari sono state modellate dalla loro vulnerabilità comune, una condizione nota come mutua distruzione assicurata. Ma con l’arsenale USA in rapida crescita, assieme al decadimento della Russia e le ridotte dimensioni di quello della Cina, l’era MAD stava terminando – e l’era della supremazia nucleare degli Stati Uniti incominciava.” [33] Tale valutazione portava inevitabilmente alla conclusione che “probabilmente presto sarà possibile per gli Stati Uniti distruggere gli arsenali nucleari a lungo raggio della Russia o della Cina, con un primo colpo“. Gli autori esaminavano con distaccato sangue freddo i progressi comparativi in ciascuno dei sistemi di lancio della triade di armi nucleari degli Stati Uniti – missili a terra, aerei e sottomarini – e come in tutti e tre i casi, Washington potesse egualmente avviare primi attacchi paralizzanti alla Cina e alla Russia. Per esempio, si affermava che “l’US Air Force ha finito di dotare i suoi bombardieri B-52 dei missili nucleari da crociera, che sono probabilmente invisibili ai radar della difesa aerea di Russia e Cina. E l’Air Force ha inoltre migliorato l’avionica dei suoi bombardieri stealth B-2, per consentire loro di volare ad altitudini estremamente basse, al fine di evitare anche i radar più sofisticati“. E fanno l’elenco delle vulnerabilità delle due nazioni in modo quasi divertito: “L’arsenale nucleare della Russia più si restringe, più facile sarà per gli Stati Uniti procedere ad un primo colpo. Il vero piano di guerra degli Stati Uniti può chiedere prima il targeting dei centri di comando e controllo della Russia, sabotando le stazioni radar della Russia, o l’adozione di altre misure preventive – che renderebbero la forza effettiva degli Stati Uniti di gran lunga più letale di quanto il nostro modello presuppone. “Secondo il nostro modello, con un attacco a sorpresa semplificato, si avrebbero buone possibilità di distruggere tutte le basi russe di bombardieri, sottomarini e ICBM. L’arsenale nucleare della Cina è ancora più vulnerabile ad un attacco degli Stati Uniti. Un primo attacco Usa potrebbe avere successo se è lanciato con sorpresa o nel bel mezzo di una crisi, durante un allerta cinese. La Cina ha un limitato arsenale nucleare strategico. Secondo le valutazioni non classificate del governo americano, l’intero arsenale nucleare intercontinentali della Cina è composto da 18 ICBM fissi a testata singola.

Per confermare che il loro studio è indicativo non solo della loro convinzione, gli autori aggiungono che “I miglioramenti apportati all’arsenale nucleare degli Stati Uniti offrono la prova che gli Stati Uniti stanno attivamente cercando il primato … L’attuale e futura forza nucleare Usa, in altre parole, sembra progettata per effettuare un attacco preventivo contro le disarmante Russia e Cina. La ricerca intenzionale della supremazia nucleare è, del resto, del tutto coerente con la dichiarata politica di espansione gli Stati Uniti della propria posizione dominante a livello mondiale.”

In considerazione di ciò che si è sviluppato nel frattempo, dalla sua pubblicazione, l’articolo prevede la verità nuda sulla cosiddetta difesa missilistica, affermando: “il tipo di difesa missilistica che gli Stati Uniti potrebbero plausibilmente sviluppare sarebbe utile soprattutto in un contesto offensivo, non uno difensivo – come complemento ad una prima capacità di attacco americano, non come un singolo scudo. Se gli Stati Uniti lanciassero un attacco nucleare contro la Russia (o la Cina), al Paese bersaglio sarebbe rimasto un piccolo arsenale superstite – se non del tutto. A quel punto, anche un relativamente modesto o inefficiente sistema di difesa anti-missile potrebbe essere sufficiente per la protezione contro eventuali attacchi di rappresaglia, perché il nemico devastato avrebbe così, poche testate e sistemi d’inganno.”

Il pezzo si conclude nel riconoscere che con la fine del Patto di Varsavia, e di qualsiasi pretesa che le armi nucleari americane e della NATO sarebbero necessarie contro un grande attacco militare convenzionale, e che erano senza più alcun scopo ulteriori iniziative come la Strategic Defense Iniziative di Ronald Reagan, per costringere gli avversari a esaurirsi in una fallimentare corsa agli armamenti strategica, “Washington continuò a rifiutarsi dall’astenersi dal primo colpo e dallo sviluppare una limitata capacità di difesa anti-missile del paese, assumendo così un nuovo aspetto, forse più minaccioso. La conclusione più logica da fare era che la capacità di condurre una guerra nucleare resta una componente fondamentale della dottrina militare degli Stati Uniti, e che la supremazia nucleare rimane un obiettivo degli Stati Uniti“.

Per quante parole come concorrenza e sfide siano fatte nei discorsi dai politici degli Stati Uniti e degli altri occidentali, quando si riferiscono a questioni interne, la Casa Bianca e il Pentagono non tollereranno concorrenze serie e non consentiranno alcuna sfida alla loro corsa al dominio militare, politico ed economico mondiale. Quando tutto il resto fallisce, persino prima ancora, l’ultima ratio di Washington consiste nel suo arsenale nucleare e nei suoi sistemi di lancio.

Note

1) Indo-Asian News Agency, October 12, 2009

2) Russian Information Agency Novosti, October 12, 2009

3) US Department of Defense, American Forces Press Service, October 6, 2009

4) Ibid

5) Reuters, October 12, 2009

6) Indo-Asian News Agency, October 12, 2009

7) Voice of America, October 8, 2009

8 ) BBC News, October 14, 2009

9) Agence France-Presse, October 15, 2009

10) NATO, October 15, 2009

11) Proliferation Security Initiative And US 1,000-Ship Navy: Control Of World’s Oceans, Prelude To War Stop NATO, January 29, 2009 http://rickrozoff.wordpress.com/2009/08/26/proliferation-security-initiative-and-us-1000-ship-navy-control-of-worlds-oceans-prelude-to-war/

12) US Accelerates First Strike Global Missile Shield System, Stop NATO, August 19, 2009 http://rickrozoff.wordpress.com/2009/09/02/us-accelerates-first-strike-global-missile-shield-system

Global Military Bloc: NATO’s Drive Into Asia Stop NATO, January 24, 2009

http://rickrozoff.wordpress.com/2009/08/26/global-military-bloc-natos-drive-into-asia

13) Australian Military Buildup And The Rise Of Asian NATO, Stop NATO, May 6, 2009 http://rickrozoff.wordpress.com/2009/08/28/australian-military-buildup-and-the-rise-of-asian-nato

14) The Australian, October 15, 2009

15) Outlook India, April 10, 2009

16) The Australian, October 15, 2009

17) Ibid

18) Reuters, July 22, 2009

19) Xinhua News Agency, September 27, 2009

20) Radio Taiwan International, October 14, 2009 20) Radio Taiwan International, 14 ottobre 2009

21) Deutsche Presse-Agentur, October 14, 2009

22) Chosun Ilbo, October 15, 2009

23) Embassy of the United States of America Bangkok, January 13, 2009

24) Deutsche Presse-Agentur, October 14, 2009

25) Ibid

26) EurasiaNet/Eurasia Insight, October 13, 2009

27) Younes Bhat, Crisis from the Balkans to Caucasus: Munich Speech to Reset Button Mainstream Weekly, October 11, 2009

28) Reuters, February 5, 2008

29) Voice of Russia, February 8, 2008

30) Associated Press, May 1, 2009

31) Radio Free Europe/Radio Liberty, September 16, 2009

32) Ibid

33) The Rise of US Nuclear Primacy, Keir A. Lieber and Daryl G. Press Foreign Affairs, March/April 2006

Rick Rozoff è un frequente collaboratore di Global Research.

Traduzione di Alessandro Lattanzio
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